mercoledì 29 giugno 2016

Pancacke alla farina di ceci con cipolle e pomodorini (socca di Yotam Ottolenghi) per The RECIPE-TIONISTdi giugno 2016


Questo mese The RECIPE-TIONIST è Cristiana, nel suo bellissimo blog ce n'è per tutti i gusti, tante ricette, belle, interessanti e appetitose.
Era un po' che volevo provare qualche ricetta di Yotam Ottolenghi, ne parlano così bene in rete, commenti entusiatici e appassionati che incuriosiscono:-)
Così la scelta, inesorabilmente è ricaduta su questi pancake a base di farina di ceci arricchiti da sapori ed aromi tipicamente mediterranei, semplicemente favolosi, consigliatissimi!

Con questo post partecipo a The RECIPE-TIONIST che per giugno 2016 ospitato dal blog Beuf a la mode.


300 g. di pomodori pachino
olio extra vergine d'oliva
800 g. di cipolle bianche, tagliate ad anelli
2 cucchiaini di timo
1/2 cucchiaino di aceto bianco
230 g. di farina di ceci
450 ml di acqua
2 albumi
sale e pepe

Scaldare il forno a 130 °C, ventilato. Tagliare i pomodorini e condirli con sale, pepe e olio. Sistemarli allineati su una teglia protetta da carta forno, cuocere per 25 minuti. Non devono seccarsi ma dolcemente dorarsi.
Nel frattempo scaldare 4 cucchiai di olio e aggiungere le cipolle, il timo, sale e pepe. Cuocere per circa 20 minuti a fuoco moderato, coperto, facendo attenzione che le cipolle non si brucino. Sfumare con l'aceto.
Togliere i pomodori dal forno ed aumentare la temperatura a 175 °C.
Preparare i pancake. Con le fruste amalgamare la farina di ceci, l'acqua, 1 cucchiaio e mezzo  di olio, sale e pepe. Montare a parte gli albumi e aggiungerli al composto facendo attenzione che non smontino.
Scaldare dell'olio in un padellino, versare un mestolo di composto, cuocere da un lato, girare dall'altro.
Condire i pancake con le cipolle, i pomodorini e qualche foglia di timo. Rimettere in forno per 5 minuti.
 
da Plenty di Yotam Ottolenghi



http://www.cuocicucidici.com/p/the-recipe-tionist-le-regole.html

sabato 25 giugno 2016

Ma tu vuliv a pizz? Pizza napoletana al piatto con metodo diretto per MTC n. 58


Eccomi!!!!
Partecipo per la prima volta all'MTChallenge, onestamente con una certa soggezione, con quale preparazione bisognerà misurarsi? …. italiana, internazionale? … qualche ingrediente particolare su cui meditare? inaspettatamente non mi sposto di un millimetro neppure mentalmente, e per questo, a maggior ragione, mi rendo conto della difficoltà, siamo in Campania.
Campana è la straordinaria Antonietta  che ha vinto la sfida proposta da Annalu e Fabio, anch'essi campani, con quel favoloso cheesecake caprese, mentre l'oggetto del contendere è solamente l'icona mondiale della napoletanità, la pizza.
Hai detto niente … impasto, lievitazione, stesura e cottura …. generazioni e generazioni di pizzaioli che si sono tramandate l'Arte … Totò …. Sophia Loren …. il Vesuvio … la fila davanti a Di Matteo … la pizza “chiata a libretto” …. miti che incombono, torreggiano davanti a me … come si fa? non si ci improvvisa pizzaioli!
Per fortuna c'è Antonietta che ha studiato per noi e ci ha dato la chiave per realizzare, in casa e a tutte le latitudini, la migliore delle oneste pizze casalinghe.
Ecco la prima lezione pratica, MTC è scuola, ci mette alla prova su quello che non sappiamo fare, così impariamo :-)
Per un appuntamento così importane bisognava muoversi per tempo e nel week end, per dedicare all'impasto tutta la cura e le attenzioni che meritava …
Ecco l'impasto prima della lievitazione

la pizza


la fetta

Sembrerebbe tutto bene, ma ...
Stavo preparando il post quando, mi sono resa conto di non avere la foto dell'impasto steso.
Mannaggiaamechevadosempredifretta!!!!
Avevo letto delle tre fotografie necessarie ma l'impasto steso in teglia l'avevo proprio dimenticato, resettato, le pizze le avrei cotte nel fornetto a cappa quindi non andavano in teglia, ergo informazione eliminata, addio prova?

Ma no … le pizze si rifanno, ecco cosa significa muoversi per tempo :-)
Una settimana dopo, questa volta sfruttando la presenza di mio marito per realizzare anche una specie di passo a passo, vediamo che ho combinato ….


La ricetta è quella della pizza al piatto con impasto a mano e lievitazione diretta di Antonietta Golino che trovate nel suo blog La trappola Golosa  e che riporto per come l'ho realizzata, cioè integralmente.

450 g di farina tipo 00 per pizza W 240 - 260
250 ml di acqua
12 g di sale
1 g di lievito di birra

per completare
300 ml di passata di pomodoro home made
un pugno di pomodorini datterini
aglio tagliato a fettine
origano
sale
olio extravergine di oliva
basilico

Misurare l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
Versare il contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola man mano all’acqua, poi, finita la farina, aggiungere il sale sciolto in acqua, continuare ad amalgamare. Impastare a mano, nella ciotola per circa 10 minuti, fino a raggiungere il “punto di pasta”, che, da quello che ho capito, dovrebbe essere il momento in cui l'impasto, ancora morbido e umido, si stacca dalle pareti della ciotola.
Ribaltare sul piano da lavoro e lavorare non meno 20 minuti.
Al termine l'impasto risulterà morbido ma elastico, incordato, trasferirlo, in una ciotola di vetro o porcellana, sigillare con pellicola per alimenti e lasciare lievitare per 2 ore.
Procedere alla staglio a mano, (per lo staglio ho visto qui) ricavando 4 panetti.
Sistemare i panetti su un telo non infarinato. Lasciare lievitare, coperto, per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C. I miei come vedete erano ampiamente giunti a lievitazione dopo circa 4 ore e mezza, forse ho aspettato anche troppo.
Stendere un panetto alla volta, lasciando coperti gli altri, su un ripiano spolverato con farina (la spolveratura è importante) percuotendolo, questo è la definizione del movimento, dapprima con le mani, quasi fosse un tamburo, quindi allargandolo con le mani dal centro verso il bordo sul piano, ruotando di 1/4 e ripetendo il movimento dal centro verso il bordo fino a completare la rotazione, infine allargandolo, in aria con le mani dal centro verso il bordo e contemporaneamente cercando di far roteare la pasta.
 
Almeno questi sono i gesti che compie il mio pizzaiolo di fiducia che ho memorizzato e cercato di replicare. 
 
Per la cottura ho usato un fornetto a cappa e condito la pizza  direttamente e velocemente sul fornetto.

Ho preparato la mia preferita, la napoletana la più antica e semplice e, per questo, buona.
Versare la passata in una ciotola, condire con olio e sale, mescolare.
Lavare i pomodorini, tamponarli delicatamente, tagliarli a filetti salarli leggermente.
Versare due - tre cucchiai di passata condita sulla pizza spalmarla con il fondo del cucchiaio uniformemente lasciando libero il (futuro) cornicione, completare con l'aglio a fettine e i filetti di pomodoro, secondo i gusti, e una spolverata di origano.
Fuori dal forno decorare con una fogliolina di basilico.
Ed ecco qua:
Impasto prima della lievitazione


Impasto steso in teglia prima della farcitura


Pizza
Fetta

Pizza chiata a libretto
 
Pizzaiola finita! 
Nel senso più drastico dell'espressione :-)

La differenza che vedete tra la prima e la seconda pizza è dovuta al diametro, la prima era più piccola, si vede, nella seconda ho cercato di rispettare i 22 cm del disciplinare, certo non sono stata col metro in mano ….
Con questo post partecipo all'MTC n. 58

http://www.mtchallenge.it/

giovedì 23 giugno 2016

Parmigiana ricca di zucchine per il Calendario del Cibo Italiano


Come molti altri alimenti profondamente radicati nella cultura gastronomica italiana tanto da essere sentiti come propri, autoctoni, la zucchina viene da lontano, dalle Americhe, frutto delle scorribande dei conquistadores, souvenir insoliti da portare al cospetto dei sovrani spagnoli.
La zucchina è una cucurbitacea, come la zucca da cui prende il nome , una cugina del cocomero per intenderci, meno dolce e zuccherina ma non meno prelibata, almeno se si sa cucinare.
Della zucchina infatti si consuma il frutto acerbo, ancora molto succulento e tenero con i semi in embrione, il frutto maturo, più duro e asciutto, dalla polpa invasa da grossi semi, è invece immangiabile.
Ricche di potassio dalle notevoli proprietà diuretiche, rinfrescanti ed emolienti, salutari e dietetiche, le zucchine, in sé, dal punto di vista organolettico non sono particolarmente saporite, hanno un sapore piuttosto neutro che, però si presta adeguatamente preparato, combinato, alle più disparate e gustose preparazioni.
A Napoli le zucchine alla scapece, ad esempio, sono un must, oppure, spostandoci sulla costiera, favolosi sono pure gli gli spaghetti alla Nerano o le famose linguine zucchine e vongole, tornando poi alla cucina casalinga anche semplicemente, tagliate a spicchi e fritte sono un buonissimo contorno che diventa, arricchito da uova e formaggio, la frittata di zucchine, un ottimo secondo alla buona.
Le nostre nonne spesso le preparavano a parmigiana, 'ndurat e fritt, e poi accoppiate sul fuoco, una fetta sull'altra, spolverate di formaggio e, al centro, la mozzarella o stratificate in forno.
Anzi pare che in origine, almeno a Napoli, la parmigiana si preparasse proprio con le zucchine e non con le melanzane.
La ricetta di zucche lunghe alla parmigiana, in effetti l'embrione della nostra parmigiana, era già presente in uno dei primi ricettari della cucina napoletana, 1778, il Cuoco Galante di Vincenzo Corrado, che, invece, nello stesso ricettario, con riferimento ai petronciani, le melanzane, si limita a consigliare di prepararli alla maniera di zucche, pastinache e pomodori.
Ed eccone una versione moderna molto ricca e versatile un ottimo piatto unico o un prelibato finger food, a voi la scelta ….

Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale della Zucchina del Calendariodel Cibo Italiano AIFB. Nell'articolo della nostra ambasciatrice Camilla Assandri ancora tanto sulle zucchine e la loro storia e tante bellissime ricette.

6 zucchine grandi
4 uova
farina per impanare
1 litro di besciamella (la ricetta delle sorelle Simili è qui)

1 provola da circa 500 g.
200 g. di prosciutto cotto in una sola fetta e ridotto a dadini
parmigiano grattugiato
sale
pepe
olio extravergine di oliva

Preparare la besciamella. Lasciarla raffreddare coperta con pellicola a contatto.
Nel frattempo lavare e asciugare le zucchine, sbucciarle e tagliarle in orizzontale a fette non troppo sottili. Sbattere le uova con sale e pepe. Passare le fette di zucchina prima nella farina e poi nell'uovo. Friggerle poche alla volta in una capiente padella con abbondante olio a temperatura.
Sistemarle man mano tra più fogli di carta assorbente tamponando leggermente.
Tagliare a fette sottili la provola.
Rivestire una capiente teglia con carta da forno, “sporcare” il fondo con qualche cucchiaiata di besciamella. Sistemare sulla besciamella uno strato di zucchine impanate e fritte, velare le zucchine con la besciamella, ricoprire con le fette di provola e, sulla provola, disporre poco prosciutto cotto a dadini. Spolverare con il parmigiano. Continuare con strati di zucchine, besciamella, provola, prosciutto e parmigiano fino ad esaurimento degi ingredienti. Terminare con uno strato di zucchine, ricoprire con besciamella, una spolverata di parmigiano e fiocchetti di burro.
Cuocere in forno ventilato a 180° per circa mezz'ora o, comunque, fino a doratura.
Lasciare raffreddare almeno mezz'ora. Servire.
Se resiste, è più buona il giorno dopo.


Per il post mi sono documentata qui:

http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/

sabato 18 giugno 2016

Impepata slow


L'impepata è il mare, frutti di mare, sugo di mare.
Cozze e nient'altro, da gustare in purezza con una spolverata di pepe e un goccio di limone, dallo scoglio al piatto!
Un cibo lento, da centellinare, accompagnato da chiacchiere, e, perché no, da un buon vino che attira e spegne il pepe, guardando il mare nel fresco refrigerio di una serata estiva.
Ogni boccone ha i suoi tempi, prelude la degustazione, preparare è già assaporare, l'impepata si mangia con le mani, dal guscio, con gesti antichi, sapienti e posati.
L'assaggio è coinvolgente, un piatto che non si dimentica.
Almeno questa è l'impepata che conosco io, che si serve qui da me.
Facciamo una passeggiata, andiamo a prendere qualcosa al porto stasera, un pò di frescolino, che con questo caldo ci sta proprio bene, due chiacchiere e tanto cibo slow ...

 
Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale dell'Impepata di Cozze del Calendario del Cibo Italiano AIFB, nell'articolo della nostra ambasciatrice Sara Sguerri tanto altro ancora sull'impepata di cozze e bellissime ricette


1 chilo di cozze
pepe
2 limoni

Lavare bene le cozze e pulirle con attenzione.
Sistemare le cozze in una capiente pentola con mezzo bicchiere d'acqua, cuocere a fuoco vivace, coperto, solo fino all'apertura delle cozze, spolverare con una bella macinata di pepe.
Trasferire le cozze col loro sugo in un piatto da portata, aggiungere eventualmente altro pepe.
Gustare le cozze ancora calde, dal loro guscio, accompagnate dal sugo di cottura e qualche goccia di limone.


http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/

venerdì 17 giugno 2016

Spaghetti al pesto croccante e pomodorini di pachino arrostiti


Questa è la settimana più rossa dell'anno, il Calendario del Cibo Italiano AIFB celebra il pomodoro, il fiammante oro rosso venuto dalle Americhe ed insediatosi cosi profondamente nelle nostre abitudini alimentari da divenire esso stesso emblema dell'italianità.
Ed è proprio questa settimana, non poteva essere altrimenti, che l'AIFB ha organizzato insieme con il Consorzio del Pomodoro di Pachino IGP un evento, oggi la rete parla di Pachino.
Noi foofblogger AIFB abbiamo cucinato Pachino in tutte le salse :-)
Flash mob, riempiamo il web di Rosso Pachino!
Le ricette sono tutte qui.
Ecco la mia proposta, approfittando di straordinaria affinità tra i sapori, un connubio tra la cucina siciliana … pachino, pecorino, alici, finocchietto … e la mia Campania … un'accogliente pasta di Gragnano e il biscotto di granoturco come muddica.
Guardate un po' cosa ho preparato e assaggiatene una forchettata, vi assicuro, ne vale proprio la pena! 


300 g. spaghetti di Gragnano
250 g. di pomodorini di pachino IGP
i gherigli di 8 noci
40 g. di pecorino grattugiato
2 filetti di alici sott'olio
½ biscotto di granoturco
1 cucchiaino di prezzemolo
steli di finocchietto selvatico
semi di finocchietto selvatico
peperoncino in polvere
peperoncino intero
origano
aglio
sale
zucchero
olio extravergine di oliva

Lavare i pomodorini, tamponarli delicatamente, tagliarli a metà lasciandone qualcuno intero per la decorazione, allinearli su una teglia protetta da carta da forno con la parte tagliata rivolta verso l'altro, disporre su un'altra teglia i pomodori interi, salare leggermente, spolverare con un pizzico di zucchero. A parte emulsionare 5 cucchiai di olio con uno spicchio d'aglio tritato finemente, un pizzico di peperoncino in polvere, un pizzico di origano e qualche stelo di finocchietto selvatico grossolanamente tritato di finocchietto selvatico.
Versare un cucchiaino del composto su ogni singolo pomodoro.
Cuocere in forno già a temperatura a 180° ventilato per circa 20 minuti, devono cuocersi, leggermente arrostirsi, caramellarsi.
Al termine della cottura sfornare, mettere da parte.
Frullare i gherigli di noce con il pecorino, il prezzemolo, un pizzico di semi di finocchietto selvatico e un pezzetto di peperoncino (secondo i gusti) e tanto olio quanto basta per ottenere un “pesto” piuttosto croccante e ruvido. Mettere da parte.
Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua bollente salata.
Nel frattempo soffriggere uno spicchio d'aglio in qualche giro d'olio a fuoco moderato, deve dorare. Eliminare l'aglio, unire i filetti di alici continuando la cottura, si sbricioleranno cuocendosi, mescolare per ottenere un sughetto uniforme, unire il “pesto”, mescolare. A questo punto gli spaghetti saranno giunti alla cottura, scolarli abbastanza al dente, trasferirli nella padella col sugo, amalgamare bene, unire i pomodorini arrostiti, continuare la cottura ancora per un minuto mescolando delicatamente.
Servire con una spolverata di biscotto di granoturco tritato e fatto insaporire per qualche minuto in padella a fuoco vivace in un soffritto di aglio e olio.
Decorare con qualche pomodorino arrostito intero.





.... ed ecco il festeggiato il pomodoro di Pachino IGP

lunedì 13 giugno 2016

La barzanella


La barzanella è un sughetto di pomodoro fresco preparato al momento, mentre cuoce la pasta, un pasto antico e semplice nel quale si sublimano i sapori della nostra cucina …. pasta, pomodoro, olio e poco altro …. eppure il risultato è ogni volta diverso …. il segreto è nell'eccellenza degli ingredienti ….
La breve cottura infatti consente di assaporare pienamente il pomodoro la cui sostanza esalta e si esalta nella bontà della pasta.
Non a caso la barzanella è un sugo tipico di Gragnano, la città della pasta, un condimento povero, contadino che all'occorrenza, però, può essere portato anche davanti a un re come il più sontuoso dei piatti.
Tra i tanti soggiorni regali nella Città della pasta nel corso dei secoli, infatti,  le cronache ricordano una visita del Principe Vittorio Emanuele III a Gragnano per portare conforto alla popolazione dopo una devastante alluvione. Al Principe e alla sua corte, ospitati con tutti i crismi da notabili del posto, tra le tante possibili specialità vennero serviti proprio fusilli alla barzanella. Consci della pregevolezza del piatto, nonostante la sua semplicità, gli ospiti sapevano di non sbagliare :-)
Concediamoci allora un piatto da re alla portata di tutti!


Con questo post partecipo alla Settimana del Pomodoro del Calendario delCibo Italiano AIFB. Nell'articolo della nostra ambasciatrice BetullaCostantini tanto altro ancora sul pomodoro e la sua storia e bellissime ricette.
Mi raccomando seguiteci, questa settimana ne vedremo delle belle!


250 g. di fusilli corti di Gragnano
300 g. di pomodori maturi
½ cipolla
olio extravergine di oliva
qualche fogliolina di basilico
parmigiano grattugiato

Sistemare sul fuoco una capiente pentola con abbondante acqua.
Mentre l'acqua arriva a bollore lasciare delicatamente appassire in qualche giro d'olio una mezza cipolla, unire i pomodorini tagliati a spicchi, salare, cuocere a fuoco medio-alto, coperto. Nel frattempo l'acqua sarà giunta ad ebollizione, salarla, calare la pasta. Continuare la cottura del sughetto per il tempo di cottura della pasta aggiungendo, quasi alla fine, qualche fogliolina di basilico.
Al termine scolare la pasta al dente, trasferirla nella padella dove il sughetto è in cottura.
Saltare la pasta nel sugo.
Servire con una spolverata di parmigiano grattugiato. 
Nella versione gourmet che ho rappresentato in foto la barzanella è decorata con ricotta e parmigiano mantecati che poi è una rivisitazione del nostro sugo con la ricotta, ma questa è un'altra storia …

 
Per il post mi sono documentata qui



http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/

La caprese in lasagna per il Calendario del Cibo Italiano

 
Confesso di non essere molto ferrata sul futurismo, sapete com'è, gli ultimi argomenti del programma che difficilmente possono essere oggetto per una prova scritta un po' si trascurano … almeno ai paleolitici tempi del mio esame di maturità.
Ben mi sta, il Calendario me l'ha assegnato … non ha studiato a sufficienza, faccia ripetizione, lei!
Al futurismo sono arrivata attraverso la caprese che pensavo fosse un classico della cucina napoletana, la mangio da sempre, e invece ho scoperto essere un piatto della cucina futurista.
Ecco, la cucina futurista proprio mi mancava, vedi perché bisogna fare il Calendario :-)
Fino ad ieri parlavamo dell'arte “cucinaria” di Petronilla, ora dobbiamo fare i conti con la “rivoluzione cucinaria” di Marinetti.
All'alba del Novecento, il secolo del nuovo, la constatazione dei grandi mutamenti sociali e tecnologici in atto e la consapevolezza di nuove, imminenti, trasformazioni, si espresse in un'ansia di innovazione, di rottura, un drastico, forse e plateale, cambiamento delle forme espressive tradizionali per adeguarle l'accelerazione imposta dal dinamismo, dalla velocità, dei tempi moderni.
Quest'esigenza di innovazione si esprimeva in tutti i campi, arte, letteratura, musica, teatro, danza e …. cucina.
Anche nella cucina bisognava rompere i ponti col passato, almeno questo postulava il “Manifesto della cucina futurista” pubblicato nel 1931 da Tommaso Filippo Marinetti.
Bisognava preparare “una agilità di corpi italiani adatti ai leggerissimi treni di alluminio che sostituiranno gli attuali pesanti di ferro legno acciaio” attraverso, tra l'altro “l'abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana”, “l'abolizione della forchetta e del coltello per i complessi plastici che possono dare un piacere tattile prelabiale” e “la creazione dei bocconi simultanei e cangianti”.
Della cucina futurista fu redatto un manuale, appunto La cucina futurista, con tanto di ricette dalle denominazioni innovative: “paradosso primaverile”, “antipasto folgorante”,“profumi prigionieri”, “come una nuvola”, parole in libertà” e lo stesso Marinetti per un breve periodo di tempo aprì un ristorante futurista.
E la caprese?
Non è una ricetta del manuale, pare che sia stata elaborata nelle cucine del Grand Hotel Quisisana di Capri, che in quel periodo ospitava Marinetti, proprio per una cena futurista, prendendo forse ispirazione da un'insalata comunemente consumata dagli isolani durante il periodo estivo.
Un “ boccone simultaneo e cangiante” dalla “forma geometrica e agile” e sicuramente non “amidaceo” e, soprattutto, estremamente buono, chi sa con quale innovativa denominazione fu presentata!
Che dalle cene futuriste la caprese sia poi passata agli spuntini miliardari di re Farouk, e, passando per le nostre tavole, nelle cucine dei ristoranti di tutto il mondo a rappresentare il made in Italy è ancora un'altra storia ….
Quella che vi presento oggi è una variazione della classica caprese che ho assemblato in lasagna come un freschissimo piatto unico estivo.
Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale della Caprese del Calendario del Cibo Italiano AIFB, ambasciatrice Lucia Melchiorre. Nella pagina dedicata al Calendario notizie, curiosità e bellissime ricette.

lasagne di semola di grano duro di Gragnano (ho usato una monoporzione)
bocconcini di mozzarella
pomodorini ciliegini
basilico
zucchero
sale
aglio a pezzettini
peperoncino tritato
origano
olio extravergine di oliva

Sciacquare i pomodorini, tagliarli a fettine non troppo sottili. Sistemare le fettine su una teglia coperta di carta da forno, salare, polverare con aglio, origano, peperoncino, basilico tritato e un pizzico di zucchero, completare con olio extravergine di oliva.
Cuocere a 200° in forno ventilato per circa 20 minuti.
Tagliare i bocconcini di mozzarella a fette piuttosto sottili, coprire.
Lessare le lasagne in abbondante acqua salata, scolarle a cottura, sistemarle su un telo da cucina, lasciare raffreddare.
Stratificare sistemando su ogni strato di lasagna le fettine di mozzarella ben scolate e, sulla mozzarella, i pomodorini confit, un pò di olio dei pomodorini e qualche foglia di basilico, continuare, creando 4 - 5 strati di lasagna, completare con pomodorini confit e foglie di basilico .... enjoy!

Per il post mi sono documentata qui:
http://www.treccani.it/enciclopedia/futurismo/
https://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Manifesto_della_cucina_futurista
http://www.irre.toscana.it/futurismo/opere/manifesti/cucina.htm 
http://www.archeo900.com/index.php?option=com_content&view=article&id=56&Itemid=67
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/personaggi/La-Cucina-Futurista-di-Marinetti.html
http://www.vesuviolive.it/cultura/84047-cenni-storici-e-ricetta-dellinsalata-caprese-semplice-facile-e-gustosa/
http://mangiarebuono.it/i-sapori-e-i-colori-dellitalia-nellinsalata-che-ha-conquistato-il-mondo/

http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/

domenica 12 giugno 2016

Quanti modi di fare e rifare pane e panelle


Buon giorno ci ritroviamo anche questa domenica con l'appuntamento dei QUANTI.
La Cuochina ci porta in Sicilia passando per Roma, nella cucina di Silvia, prepareremo con lei pane e panelle, un classico dello street food siciliano che la nostra Silvia, al ritorno dalle vacanze, è riuscita a replicare, perfettamente uguale, tanto era forte la nostalgia!
Tutte noi, appassionate di cibo, torniamo dalle vacanze con qualche souvenir culinario, magari piccolissimo, un prodotto, un ingrediente, una spezia, una ricetta, da tenere ben stretto … attenzione i ricordi scappano via …
Oggi rinnoveremo i ricordi, rifaremo pane e panelle!
 

Grazie alla Cuochina per la scelta ancora una volta indovinata che ci ha permesso di scoprire questa delizia e grazie a Silvia per la ricetta.
Un po' meno ringrazia la dieta :-) perché ora che abbiamo imparato a fare pane e panelle il difficile è smettere :-)
Ancora una volta ... quante cose impariamo con la Cuochina!


Ed infine grazie alle carissime apine che ci hanno fatto un regalo prezioso <3
purtroppo non sono riuscita a preparare un dolce per onorare degnamente questo bellissimo portatorta, un fiorellino, però ve lo voglio dedicare., uno per ogni apina :-)
Grazie di cuore apine :-)


per i panini siciliani delle sorelle Simili

350 g. di farina si semola di grano duro
150 g. di farina manitoba
300 g. di acqua, circa
10 g. di lievito di birra
10 g. di sale
2 cucchiai di olio di oliva
1 cucchiaio raso di malto d'orzo
semi di sesamo

Sciogliere il lievito in 250 g. di acqua.
Sistemare le due farine l'olio e il malto nella ciotola della planetaria, unire l'acqua con il lievito. Impastare con la frusta a gancio, dapprima con una velocità più bassa, 1, per amalgamare gli ingredienti, unire il sale, valutare l'opportunità di unire gli altri 50 g. di acqua ( nel mio caso, con le farine che ho usato, ci sono voluti) continuare l'impasto a velocità 2 per 10 minuti, quindi a velocità 3 per tre minuti.
Trasferire il composto sulla spianatoia continuando a lavorarlo e a batterlo per qualche minuto per completare l'incordatura.
Sistemare l'impasto in una ciotola unta di olio dai bordi alti, coprire a campana, lievitare in luogo caldo, in questo periodo a temperatura ambiente per circa un'ora e, comunque fino al raddoppio.
Al termine riprendere l'impasto e lavorarlo nuovamente, prelevare dei pezzetti di circa 50 g. formare delle palline. Io ho usato la tecnica dell'arrotondamento sui palmi facendo però attenzione a non stringere troppo per evitare la formazione di bolle.
Pennellare delicatamente i panini con acqua, spolverare con i semi di sesamo facendoli ben aderire sulla superficie.
Sistemare i panini su una teglia protetta da carta da forno. Lasciare lievitare al caldo per circa un'ora, devono raddoppiare ma non sformarsi.
Cuocere in forno statico già a temperatura a 210° per circa 10 minuti ruotando la teglia a metà cottura.

per le panelle

250 g. di farina di ceci
750 g. di acqua
5 g. di sale
prezzemolo
rosmarino
pepe
olio extravergine di oliva

Sistemare la farina di ceci in una capiente pentola, unire poco alla volta l'acqua fredda mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi unire il sale e il pepe.
Cuocere a fiamma media mescolando continuamente, continuare la cottura per almeno 10 minuti dopo l'inizio dell'ebollizione sempre mescolando per evitare la formazione di grumi. A fine cottura unire il prezzemolo e il rosmarino tritati, amalgamare bene.
Stendere subito e velocemente il composto su una teglia protetta da carta da forno (si rafferedda e indurisce subito) livellando fino ad uno spessore di 2 -3 mm circa.
Lasciare asciugare per qualche ora, anche un'intera notte, a temperatura ambiente.
Tagliare le panelle nella forma prescelta, rombi, quadrati, rettangoli …
Friggere le panelle in olio a temperatura facendole dorare da entrambi i lati. Trasferire su carta assorbente.
Tagliare i panini a metà e farcire ognuno con le panelle e, volendo, con una fettina di limone. 


  
Il prossimo mese siamo da Daniela rifaremo il suo Scarpazzoun

http://ristorantedainonni.blogspot.it/2014/11/erbazzone-ovvero-scarpazzoun-alla.html


LA NOSTRA CUOCHINA

martedì 7 giugno 2016

L'insalata russa alla maniera di Petronilla


Strani ed articolati sono i percorsi della storia quanto quelli cucina.
Si da il caso che sia diffusa in tutto il mondo un'insalata di verdure e ortaggi, fondamentalmente a base di patate, che in Italia chiamiamo insalata russa, in Spagna è denominata insalata imperiale, in Germania e Danimarca insalata italiana, in Russia insalata Oliver, come il cuoco francese che la introdusse alla fine dell'800, mentre in Francia è conosciuta anche come insalata piemontese.
Un bel mistero!
Quali siano le sue origini, di certo l'insalata russa è un piatto della cucina italiana noto e diffuso almeno dalla seconda metà dell'800.
Il Re dei Cuochi, già dalla prima edizione (1868) annovera tra i piatti a base di uova un'insalata alla russa, che successivamente, è inserita nei principali ricettari della cucina italiana del primo '900, La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene e Il talismano della felicità.
E Petronilla?
Attenta com'era alla salute delle sue “amichette” e delle loro famiglie proponeva un'insalata russa economica e spiccia, piena piena di verdure, quasi un espediente per convincere anche i ragazzi più riottosi a mangiarne, che però è poteva, all'occorrenza, trasformarsi in una pietanza sopraffina.
Scopriamo l'insalata russa economica e spiccia di Petronilla …...

Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale dell'Insalata Russa del Calendario del Cibo Italiano AIFB. Nell'articolo sella nostra ambasciatrice Serena Bringheli molto di più sull'insalata russa e sulla sua sua storia e, sicuramente, una buonissima ricetta.

Ora gustiamoci Petronilla

Quando preparo, per pranzo, una minestra molto ghiotta, una minestra cioè di pasta impastata dalle mie mani con farina e uova, e condita poi con molto burro, molto formaggio, molta carne, e persino con molti funghi (e magari anche coperta con salsa besciamella), allora la faccio sempre seguire da un piatto di verdura, giacchè io sto sempre bene all’erta di non favorire l’entrata della gotta in casa mia. Un piatto che faccio spesso in tali liete evenienze, e specialmente d’inverno, è quello dell’insalata russa, della quale va matto il maggiore dei miei ragazzi.
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Per farlo alla casalinga, cioè all’economica e alla spiccia, lesso separatamente due o tre patate, cinque o sei carote, un cavolfiore, e (se li trovo sul mercato ad un prezzo non esagerato) un paio di zucchette, un pizzico di fagiolini verdi, una piccola manciata di fagioli freschi, e un’altra di piselli. Scolo ben bene; levo la pelle alle patate; raschio le carote; taglio tutto in piccoli pezzi (delle carote cerco di fare tanti piccoli cubetti); metto nell’insalatiera; aggiungo olio, aceto, sale, pepe, un mezzo cucchiaino di senape e, se ne ho in casa, qualche cappero e qualche acciuga sminuzzata. Mescolo poi ben bene, ricordando come ogni insalata, per riuscire perfetta, debba “da un pazzo esser rimescolata” e, – fatta una salsa maionese con due torli, mezza ampolla d’olio e il succo di due limoni, – la verso sulle verdfure; rimescolo; e… la mia insalata russa, sempre nutriente, è pronta.
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Se però voi voleste fare una insalata russa sopraffina, tutta unita, consistente, che serva da piatto di portata, e che sia degna sorella di quelle che espongono nelle loro vetrine i salumieri di lusso… Andate da un lattoniere; ditegli di prepararvi, con una listerella di latta alta 5-6 centimetri, uno stampo senza fondi; un cerchio, cioè, che abbia le dimensioni dell’interno di un vostro piatto da portata;… vi insegnerò poi la mia maniera di preparare una insalata russa degna di fare la sua comparsa, quale piatto di mezzo, persino in un pranzo.
Attendo dunque che mi diciate: “Lo stampo è fatto!”…

Carissima, me lo sto procurando, appena lo stampo sarà fatto, proveremo anche la pietanza sopraffina :-)



La ricetta di Petronilla è presa qui

Per il post mi sono documentata: 
https://it.wikipedia.org/wiki/Insalata_russa
http://www.academiabarilla.it/adv/libro/cuochi/1.aspx
https://books.google.it/books?id=dWX5Ml8bNFUC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false

 http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/